É questo quello che succede quando decidi di seguire un cubano.
Su una macchina rossa, in mezzo a steli che ti circondano fin sopra il finestrino, uno sguardo muto scambiato di sfuggita è carico del panico verso ciò che potrebbe accadere.
Poi scendi dall'auto e arriva, come un colpo a sorpresa, la convinzione di esserti inequivocabilmente sbagliato.
Pinar del Rio e la Fábrica de Tabacos
Pinar del Rio è un paese situato nella punta ovest dell'isola di Cuba, anche abbastanza grande.
Lo scopo principale per cui abbiamo deciso di inserire questo centro coloniale nel nostro itinerario on the road per Cuba è il suo stretto legame con la coltivazione del tabacco e la produzione di sigari.
Versione ideale della storia: seguiamo il navigatore e parcheggiamo la nostra macchina a noleggio rossa in una via nelle vicinanze della fabbrica di tabacco. Dovrebbe essere una tappa breve prima di riprendere il viaggio. Scendiamo dalla macchina e ci dirigiamo verso la fabbrica per vedere il procedimento industriale tramite il quale viene lavorato il tabacco e vengono prodotti i sigari.
Versione reale della storia: seguiamo il navigatore e parcheggiamo la nostra macchina a noleggio rossa in una via nelle vicinanze della fabbrica di tabacco. Scendiamo dall'auto e, senza nemmeno aver avuto il tempo di chiudere la portella, un ragazzo cubano che era appoggiato ad una colonna ci si avvicina.
Sembra cordiale, parla molto e tiene tra le mani un tesserino che gli pende da una corda che ha al collo.
Dice di lavorare per l'università e ci chiede cosa siamo interessati a vedere.
Forse lavorava davvero per l'università, oppure ha imparato che gli occidentali danno molto più credito a chiunque pronunci questa parola.
Gli abbiamo detto che stavamo cercando la fabbrica di sigari ma ci ha sconsigliato di andare, perché non è così interessante come sembra.
Ci ha detto che lui conosceva una piantagione di tabacco a Pinar del Rio dove potevano farci vedere la raccolta del tabacco e la fabbricazione a mano dei sigari, dovevamo solamente seguirlo.
Di fianco a lui aveva una bicicletta, perciò pensavamo che ci avrebbe fatto strada.
Invece ha aperto la portella della nostra macchina e, con disinvoltura, ci si è seduto dentro.
La piantagione di tabacco a Pinar del Rio e la fabbricazione dei sigari
Siamo tornati sull'autopista, con un cubano sconosciuto sul sedile posteriore, senza avere la minima idea di dove saremmo finiti. Lo tenevo costantemente controllato con la coda dell'occhio, cominciando a pentirmi della decisione presa.
Ad un certo punto, abbastanza fuori da Pinar del Rio, in piena campagna, ci ha detto di svoltare in una strada sterrata, piena di buche.
Siamo entrati nel nulla, soli col cubano, in mezzo ad una piantagione che ci rendeva invisibili agli occhi degli altri.
Ci siamo scambiati uno sguardo preoccupato.
Forse le precedenti esperienze con i cubani ci avevano resi troppo ben disposti nei loro confronti.
Tuttavia non potevamo tornare indietro senza prima scaricarlo da qualche parte e, inoltre, la strada era troppo stretta per poter fare inversione.
Potevamo solo andare avanti.
Ad un certo punto il campo ha cominciato a diradarsi e abbiamo visto una fattoria.
Siamo entrati nella corte di campagna e abbiamo spento la macchina.
Lui è sceso mentre dai vari edifici della fattoria hanno cominciato ad uscire gruppi di altri cubani.
La nostra macchina era in mezzo all'aia, in una piantagione di tabacco a Pinar del Rio, e loro ci stavano accerchiando.
Questa volta ci siamo guardati con il panico negli occhi.
Purtroppo durante i viaggi arriva sempre il momento in cui si devono prendere delle decisioni difficili. Decidere se tornare indietro o andare avanti. E la nostra perenne diffidenza verso qualsiasi individuo del genere umano amplifica i sentimenti che si provano in questo genere di situazioni.
Abbiamo deciso di scendere dalla macchina e quello che è successo dopo ci ha lasciati senza parole.
L'accoglienza dei cubani nella piantagione di tabacco a Pinar del Rio
Un uomo mi si è avvicinato e la prima cosa che mi ha chiesto è stata se gradivo un caffè.
Un caffè?!
Ma stiamo scherzando!
Fino ad un momento prima mi stavo immaginando i peggiori scenari splatter del mondo e lui mi chiede se voglio un caffè!
Cercando di dissimulare lo sconvolgimento interiore gli ho risposto, temo in modo non troppo rilassato, di sì.
Un paio di minuti dopo è uscito con una moka e mi ha versato il miglior caffè del mondo, con un cucchiaino di zucchero di canna. Quello vero.
Passato il primo momento di tensione il gruppo di cubani ha cominciato a diradarsi ed ognuno è tornato a svolgere le proprie mansioni. Tutt'ora mi chiedo se quella sia una tattica intimidatoria studiata o se lo facciano ingenuamente.
Casa de tabaco
Uno di loro è rimasto con noi e ci ha condotto in quella che sembrava la fattoria più grande.
In realtà queste strutture di legno e foglie hanno un nome ben preciso. Si chiamano casas de tabacco, molto intuitivo!
Sono a tutti gli effetti dei grandi magazzini, vuoti all'interno, dove vengono conservate le foglie di tabacco per farle essiccare.
Dopo la raccolta, le foglie vengono legate in mazzetti per poi essere disposte ordinatamente su dei pali ad essiccare.
Nella casa di questa piantagione di tabacco a Pinar del Rio, l'operazione era svolta da una donna che passava ad una ad una le foglie in un filo che poi avrebbe appeso al palo. L'essicazione dura dai 45 ai 60 giorni e le foglie da verde intenso diventano pian piano marroni. I mazzi di foglie vengono successivamente umidificati per evitare che, una volta secche, si spezzino.
La scena era diventata quasi comica.
Stavamo ridendo tutti mentre il cubano gesticolava e cercava di parlare in uno spagnolo comprensibile.
Mai mi sarei immaginata questa fine per una decisione tanto sconsiderata.
Appena finito di spiegarci il primo procedimento di essiccazione, siamo andati davanti ad un tavolino dove un ragazzo stava fabbricando i sigari a mano.
A colpirmi è stata la sua postura rilassata.
Ha continuato a svolgere il suo lavoro e non ha mosso nemmeno un muscolo quando ci ha visti arrivare, come se stare insieme a noi fosse la cosa più naturale del mondo.
Questo penso sia, più di tutto, l'aspetto che mi ha colpita della popolazione cubana.
Si sentono perfettamente a loro agio con persone che non hanno mai visto.
Mentre nella nostra cultura abbiamo bisogno di frequentarci per anni prima di entrare in confidenza con qualcuno, a certi addirittura non basta una vita.
La fabbricazione dei sigari
Il metodo di fabbricazione dei sigari è davvero curioso, soprattutto osservando i gesti abili compiuti dalle mani esperte di quel ragazzo nella piantagione di tabacco a Pinar del Rio.
D'altronde la manifattura del sigaro è un'arte che le generazioni si tramandano, una pratica che gli abitanti dell'isola custodiscono molto gelosamente e che li rende unici al mondo.
Le persone che fabbricano i sigari vengono chiamate torcedores, ossia gli arrotolatori.
La parte interna del sigaro viene creata con tre tipologie di foglie diverse: seco, volado e ligero. Queste vengono disposte su una foglia più grande che funge da base per la parte interna, il capote. Tutte le foglie vengono poi arrotolate e su di essa viene posta un'altra foglia detta capa, più liscia e regolare, che determinerà l'aspetto finale del sigaro.
[informazioni tratte da Cuba, Le Guide Mondadori]
Finito l'arrotolamento, si passa alla fase della rifinitura durante la quale la foglia esterna viene tirata per farla risultare più liscia possibile, ed infine si tagliano in modo netto le estremità del sigaro.
Con uno strumento viene poi controllato il calibro, ossia la dimensione del sigaro.
Come ultima operazione, viene avvolto in un foglio di giornale per togliere l'umidità.
Ci hanno regalato il sigaro che hanno fabbricato davanti ai nostri occhi e poi ci hanno fatto vedere sigari di diverse marche per cercare di vendercene un po'.
Spesso troverai attività simili sul retro delle case o in luoghi isolati, perché cercano di guadagnare soldi con la vendita dei sigari agli stranieri.
Terminiamo la nostra storia dicendo che siamo stati molto sconsiderati e fortunati..la nostra peggiore decisione si è tramutata nell'esperienza più interessante che abbiamo vissuto sull'isola di Cuba, in mezzo ad una piantagione di tabacco a Pinar del Rio.
Tommaso
11 Marzo 2018Bell’avventura !
Sapresti più o meno dove si trovava più o meno rispetto a Pinar del Rio o come si chiamava questa piantagione di tabacco?
Grazie !
Damiano
11 Marzo 2018Ciao Tommaso, la piantagione si trova in una stradina che si può prendere dall’autopista Este-Oeste direzione San Cristobal, non ho idea del nome ma posso darti le coordinate geografiche cosi puoi trovarla sicuramente: 22.446353, -83.599907