Sono passate quasi tre settimane dal mio sesto ingresso in India. Tutti mi chiedono se non mi sono stancata di venire qui. Direi proprio di no, visto che continuo a scegliere questo Paese come il punto di partenza di tutti i miei viaggi in Asia. E, a volte, come il punto di arrivo.
So perché continuo a tornare. Non mi è mai piaciuto lo stile di vita del mio paese natale. Che poi, come ho sentito dire a Sadhguru una volta, lo stile di vita è un’invenzione degli occidentali. La vita è vita, punto.
In ogni caso, se vogliamo proprio parlare di stile di vita, quello a cui sono stata abituata fino all’adolescenza non mi è mai piaciuto. Qui, in India, mi sembra che il mio tempo e i miei sforzi abbiano molto più senso. Forse non in termini puramente materiali, ma sento che la mia anima è a casa.
Da cinque anni ormai vivo e viaggio come nomade digitale e per la quarta volta sono tornata qui per lavorare in remoto dall’India mentre continuo il mio percorso di vita personale e spirituale. Della prima volta ve ne parlerò nel mio libro, perché uno degli argomenti è proprio il nomadismo digitale.
Vivendo in un ashram, in India, incontro molte persone e quando mi chiedono che lavoro faccio per mantenermi si stupiscono che io riesca a lavorare da remoto. Più che altro si mostrano felici per me, dicono che questa è una grande opportunità per rimanere nel paese senza la “data di scadenza”.
Ma è davvero fortuna? Mi ci sono interrogata molto nelle ultime settimane, mentre combattevo con le infinite feste indiane e il wi-fi e l’elettricità che saltavano. Ecco perché ho deciso di parlarvi un po’ di com’è lavorare in remoto dall’India.
Si può lavorare in remoto dall’India?
Tutto si può, ma se vuoi lavorare come nomade digitale in India puoi farlo solo se lo desideri davvero tanto. Nel corso di questi anni ho lavorato in molti paesi, in Indonesia, Messico, Perù, Nepal, Thailandia e altri ancora.
In nessuno ho avuto tutti i problemi che ho avuto in India.
Nonostante questo paese si stia modernizzando alla velocità della luce, soprattutto nelle grandi città, ci troviamo ancora lontani dal livello raggiunto in Europa o in altri punti del Sud est asiatico. Non mi voglio addentrare nella questione della digitalizzazione mondiale perché meriterebbe una conferenza a sé, limitiamoci a quello che è il lavoro da nomadi digitali qui.
Ci sono tante persone che lo fanno, una l’ho incontrata ieri. Un signore tedesco di mezza età che ha trovato il proprio percorso spirituale durante un viaggio in India. È tornato in Germania, si è licenziato, ha comprato un appartamento in India e ci ha messo dentro tutta la sua attrezzatura. Ora ha una postazione di tutto rispetto, mentre dorme e mangia per terra. Ed è felice.
Le sfide da affrontare però in questo paese sono tante e ci sto facendo i conti anch’io ogni giorno. In India c’è caos a ogni ora, non c’è mai silenzio ed è difficile riposare di notte, anche con i tappi. Questo significa che le giornate sono più impegnative da affrontare anche a livello fisico e mentale.
Dopodiché, la connessione e l’elettricità sono instabili. I bar con il wi-fi si trovano nelle grandi città ma sono molto più rari in quelle piccole dove la vita è ancora tradizionale. Per quanto riguarda le sim, quelle che prendono bene possono salvare la vita in mancanza di wi-fi, ma in ogni zona cambia l’operatore. Quindi bisogna informarsi su quale funziona meglio nel punto in cui ci si trova.
Cosa serve per lavorare in remoto dall’India?
Come dicevo poco fa, sono già diverse volte che vengo in India da quando ho iniziato la mia vita nomade e mi sono resa conto di alcuni fattori. Prima di tutto, l’India non è il posto ideale per fare nomadismo digitale.
Quel che va detto, va detto.
Ci sono tanti posti nel mondo dove lavorare da remoto è una pacchia, come Bali o la Thailandia. L’India non è sicuramente tra questi. Tuttavia, niente è impossibile.
Ecco di cosa dovresti armarti se vuoi lavorare come nomade digitale in India:
- Pazienza: l’india sfugge al tuo controllo, sempre, e con questo principio devi fare pace perché in India non riesci mai a controllare il tuo tempo né i fattori esterni da te, puoi solo adattarti nel miglior modo possibile;
- Cuffie: mi stanno letteralmente salvando la vita, si tratta di cuffie noise cancelling che riducono molto il rumore esterno e mi permettono di lavorare anche nel bel mezzo delle festività;
- Luogo appartato: se ti trovi in città cerca un café o una saletta con wi-fi dove poterti estraniare dal mondo e dove poter trovare un tuo equilibrio dal caos indiano, questo può permetterti di concentrarti;
- SIM card: ti conviene sempre acquistare una sim locale e con un piano tariffario per internet, in India solitamente hai un tot di GB al giorno da poter utilizzare e questo ti salverà quando non avrai il wi-fi.
Se vuoi lavorare in remoto dall’India la cosa più importante è riuscire a trovare il tuo spazio e il tuo equilibrio nonostante tutto. Se soggiorni in hotel non dovresti avere grandi problemi perché ormai hanno tutti i wi-fi e nelle grandi città ci sono catene come Barista Café con ottime connessioni e pasti.
La mia giornata tipo in India
Sia quando viaggio sia quando sono a casa cerco di mantenere una routine positiva, per quanto possibile. Solitamente mi alzo presto, qui in India mi alzo alle 6 della mattina.
Le prime ore sono dedicate alla mia crescita personale e spirituale e cerco di impiegarle con attività che mi fanno stare bene. Qui nell’ashram seguo le lezioni del maestro, altrimenti medito per venti minuti, leggo un libro, suono l’harmonium oppure faccio una passeggiata. Tutto va bene, dipende molto da cosa mi ispira il contesto. Dopodiché, faccio colazione.
Il tempo tra la colazione e il pranzo mi serve per lavorare. Quando mi trovo nelle città cerco un bar dove fare colazione che abbia anche il wi-fi, prendo quindi due piccioni con una fava. Nel tempio invece vado alla ricerca di una connessione internet e mi fermo quando la trovo.
Un altro momento che mi ritaglio per il lavoro è dopo il pranzo fino a metà/tardo pomeriggio. Qui nel tempio devo fermarmi alle 16:00 per fare servizio, ma in ogni caso cerco di non lavorare mai oltre alle 17:00 perché nelle ore prima di cena mi piace andare in esplorazione del luogo in cui mi trovo.
Dopocena solitamente leggo un po’ e poi si va a letto presto.
Ormai non è strano nemmeno in India vedere o sentire persone che lavorano da remoto, tutto il mondo si sta muovendo verso un’unica direzione. E, nonostante le sfide che incontro ogni giorno, sono infinitamente grata dell’opportunità che ho di poter vivere appieno ogni giorno della mia vita nel mondo.
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