L’evolversi della civiltà, delle tecniche di produzione e l’espandersi delle città hanno fornito maggiori comfort alla nostra vita. Abbiamo il lavoro, abbiamo tutta una serie di dispositivi elettronici che ci aiutano nella quotidianità e siamo facilitati in tutte le nostre azioni.
Allora perché ci sentiamo sempre terribilmente sfasati?
Perché tutto il progresso a cui stiamo guardando così positivamente, dall’altro lato, ci sta togliendo qualcosa di ancestrale e importantissimo: la natura che ci ha dato la vita.
Viviamo una vita grigia
La nostra sveglia suona prestissimo alla mattina, abbiamo un’agenda fitta di impegni lavorativi, appuntamenti con gli amici e doveri domestici all’interno delle nostre case.
Dopo una fugace colazione dobbiamo entrare nel grigiore delle nostre automobili, immetterci in un flusso ancora più cupo di smog e angoscia, per poi sederci tutto il giorno in un edificio che probabilmente possiede anche poche finestre.
Dell’urbanizzazione esasperata della nostra società vediamo solo i cambiamenti climatici a cui sta portando, fattore peraltro del quale ci siamo preoccupati solo negli ultimissimi anni.
Ma che dire del cambiamento che procura nella nostra anima? Nella mente e nel cuore?
Forse senti che questo genere di vita ti consente un benessere esteriore ma che non ti soddisfa del tutto interiormente. E non sai perché.
La risposta a questi quesiti è una sola: ti manca la natura.
Shinto, la dottrina che attribuisce un’anima agli elementi naturali
Questa particolare dottrina ha origine in Giappone. Secondo lo shintola natura, quindi tutte le piante, gli animali e le acque che la compongono, sono dotate di un’anima.
Addirittura, i giapponesi venerano come vere e proprie divinità gli alberi più antichi o quelli più speciali.
Noi occidentali abbiamo perso completamente qualsiasi legame con la natura. Non solo non la veneriamo, ma non la rispettiamo nemmeno.
Se un albero è cresciuto dove passano i fili della luce, non ci preoccupiamo di ricoprire i fili o deviarne il percorso, ma semplicemente abbattiamo l’albero. Lo stesso succede per costruire strade, per creare campi coltivabili o per ricavare lotti edificabili.
Dalla natura prendiamo ciò che ci serve, le materie prime di cui abbiamo bisogno per produrre tutti gli oggetti materiali che fanno parte della nostra vita, e non ci preoccupiamo del fatto che anche la natura sia composta da esseri viventi.
Ci sentiamo quasi dissociati, come se noi vivessimo in un mondo e lei in una dimensione parallela. Lo dimostra il fatto che ci innervosiamo quando degli animali o degli insetti entrano in casa. Consideriamo quell’ambiente asettico, mentre noi siamo nati per stare in mezzo alla natura.
Proprio in Giappone, questa terra così lontana e poetica dove ogni elemento assolve ad una sua particolare funzione, è nato lo shinrin yoku.
Shinrin yoku, il bagno nella foresta
Per i giapponesi, lo shinrin yoku può essere tradotto come “bagno nella foresta”. È una vera e propria filosofia che sprona gli individui a frequentare maggiormente le foreste, entrare in contatto con la natura che stiamo perdendo e nutrire di sensazioni positive il nostro spirito.
Questo concetto è stato introdotto proprio dall’ente forestale giapponese all’inizio degli anni ’80. Con questa novità si voleva indurre gli abitanti delle grandi metropoli come Tokyo, Kyoto e Osaka a ricercare quel contatto con la natura che stavano perdendo.
Esiste infatti un’antica credenza secondo la quale la foresta abbia un potere curativo sul corpo e sulla mente.
A confermare questa teoria è stata anche la nota rivista “Science” che ha scientificamente dimostrato il potere benefico della natura sulla salute. Lo studio aveva preso un campione di pazienti appena operati di colecistectomia e coloro che avevano la finestra della stanza affacciata sulla natura hanno dimostrato di essere più positivi, di reagire meglio alle cure e di arrivare più velocemente alla guarigione.
Noi siamo natura: applica lo shinrin yoku
Tutte le forme viventi sono nate grazie alla natura e vi appartengono, la stessa cosa vale anche per l’uomo. Può decidere di abitare in edifici di cemento, di muoversi con involucri di lamiera e di camminare con i piedi ben protetti dalle scarpe. Ma non possiamo rinnegare le nostre origini.
Noi siamo un tutt’uno con la natura.
Nel momento in cui ci sentiamo sfasati e poco equilibrati, possiamo semplicemente rifugiarci dentro di essa. Non servono grandi foreste, basta un giardino o un parco pubblico. L’importante è che sia un luogo silenzioso e con tanto verde attorno, proprio come suggerisce lo shinrin yoku.
Un esercizio che puoi fare per rilassare la mente è quello di andare in un bosco e cominciare a toccare le piante. Passa una mano sulla corteccia, ascolta la linfa vitale che scorre e abbandonati a questa sensazione di pace.
Puoi anche sederti vicino all’albero o sdraiarti, l’importante è mantenere uno stretto contatto con la vegetazione.
Noi ci accorgiamo di questo cambiamento quando viaggiamo. Pur vivendo in campagna, abbiamo perso anche noi il contatto diretto con la natura.
Mentre, quando siamo in viaggio, stiamo ore ad ammirare l’oceano che si infrange sulla spiaggia, camminiamo in silenzio nei boschi guardando come la luce si insinua tra le chiome degli alberi e stiamo all’aperto più che possiamo.
La prossima volta che ti capita un momento libero durante la giornata non metterti davanti alla tv, ma esci a fare una passeggiata e riconnetti la tua anima alla natura ispirandoti allo shinrin yoku.
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