Quasi 300 milioni di persone in India vivono con meno di 1,90 dollari al giorno.
Chi riesce ad ottenere un lavoro spesso non ha orari, non ha limiti di fatica, né di spostamenti.
In un giorno di dicembre siamo arrivati ad un villaggio di tende nel Punjab, una regione a nord-ovest dell'India. Era pieno di bambini che giocavano, mentre i genitori erano tutti fuori a lavorare.
Scesi dall'auto ci siamo trovati circondati da decine di occhi umidi che ci guardavano e capelli impolverati che chiedevano solo un buon bagno.
Stavamo percorrendo un tratto nuovo di strada, nella regione del Punjab.
In realtà si trattava di una strada provvisoria, costruita per consentire il transito del traffico mentre terminavano i lavori di quella ufficiale. Eravamo diretti verso un'altra meta, un luogo da turisti probabilmente, quando, fra un salto a causa di una buca e qualche decina di clacson che suonavano, mi sono accorta di un villaggio povero, costituito da capanne, sotto al livello della strada, al margine dell'area trafficata.
La vista ci ha incuriositi, ma abbiamo deciso di passare oltre per continuare con la nostra tabella di marcia.
Nel tornare indietro abbiamo ripercorso la medesima strada.
Tuttavia, questa volta, su un tratto ancora da asfaltare, in mezzo alla polvere ed ai solchi lasciati dai camion, un gruppetto di ragazzini giocava a chi riusciva a saltare più in alto.
Abbiamo superato di nuovo con l'auto, di qualche metro, questo villaggio povero dell'India.
Ma qualcosa di forte mi attrae sempre verso queste realtà al confine, come fossero una calamita. Sento la necessità di conoscere qualcosa in più sul loro conto, vedere da vicino come vivono.
Eravamo estremamente indecisi perché non si può mai sapere come le comunità così isolate possano reagire all'arrivo di un gruppo di stranieri.
E vi possiamo assicurare che abbiamo vissuto le reazioni più disparate.
C'è chi è più riservato, chi più curioso, chi più estroverso. Alcuni hanno già avuto contatti con stranieri e chiedono denaro, ad altri invece sembra che non importi. Ogni comunità ha il suo trascorso ed il suo modo diverso di comportarsi, non bisogna commettere l'errore di pensare che siano tutti uguali.
Queste popolazioni vanno conosciute, rispettate, osservate da vicino ma senza invadere i loro spazi.
Se dicono no, è no.
Solo così si può sperare in un contatto positivo.
Come un lampo ci siamo poi decisi, abbiamo detto all'autista di tornare indietro, arrischiando una pericolosissima inversione a U in una strada dove non esistono regole civili.
La prima conoscenza con i bambini nomadi di questo villaggio povero dell'India
Siamo scesi dall'auto solo con le macchine fotografiche, per cercare di essere meno invasivi possibile.
I bambini che prima stavano giocando lungo la strada ci sono venuti incontro e si sono assiepati attorno a noi.
Nonostante il nostro amico riuscisse a parlare la loro lingua, abbiamo comunque cominciato a sorridere a tutti questi bambini che ci hanno ricambiato calorosamente il benvenuto.
Avevamo instaurato il primo contatto.
Abbiamo cominciato a scattare e, dopo la prima foto, tutti i bambini hanno cominciato a mettersi in posa per avere il loro ritratto.
C'era chi stava in fila, chi strattonava per ricevere la foto per primo.
Chi faceva buffe facce e chi cercava di aggiustarsi i pochi vestiti che aveva addosso.
Sembrava davvero una scolaresca nel giorno della foto di classe.
Riuscivamo a vedere la felicità nei loro volti per questa visita inaspettata, sembrava un regalo che noi stavamo facendo a loro.
Una foto che in realtà non avrebbero neanche mai visto.
Abbiamo notato che la popolazione indiana in generale ama molto farsi fotografare, non ha paura, anzi cerca proprio questo contatto.
Per non parlare di tutti i ragazzi che chiedono di poter fare i selfie insieme!
Mi sono sentita un po' come i primi colonizzatori europei che nel XVI secolo cominciavano ad arrivare nei nuovi mondi, ad avere contatti con le popolazioni locali.
La differenza è che noi non eravamo lì per dominare, bensì per conoscere.
Un fatto che mi ha stupita molto è che ci stavano molto vicini, ma non ci hanno mai toccati, nemmeno per sbaglio.
Noi siamo entrati in punta di piedi nel loro spazio ed hanno ricambiato il favore senza invadere il nostro.
La baraccopoli e le condizioni di vita in India dei più poveri
Questo villaggio povero dell'India, fatto di tende, era semi deserto, c'erano solo i bambini che correvano e qualche adulto. Questo perchè si trattava di un villaggio di nomadi.
I genitori stavano lavorando alla costruzione della nuova strada, per questo motivo si trovavano temporaneamente in quel luogo. Dobbiamo pensare che le distanze in India sono veramente spropositate e spesso le persone non hanno mezzi di trasporto, quindi stanziarsi nel luogo in cui si ha il lavoro sembra l'unica soluzione.
Questo però li costringe ad una vita di stenti, senza i beni primari, l'acqua potabile ed i servizi igienici.
Nonostante ciò, gli forniscono un'antenna parabolica per dargli l'illusione di vivere nel mondo moderno. Un oggetto di cui non hanno bisogno quando manca tutto il resto.
Secondo l'Unicef, più di 122 milioni di famiglie in India non dispongono dei servizi sanitari e questo comporta un grave rischio per la popolazione e per l'ambiente.
La capanne erano costituite da teloni e da stracci sgualciti.
Qua e là c'era qualche branda con sopra persone malate che erano rimaste al villaggio perché non erano in grado di lavorare. Pochi adulti a badare a questi piccoli bambini che potevano anche finire in strada o farsi male, nessuno se ne sarebbe accorto.
Ma nonostante l'aspetto malandato, denutrito di alcuni, ed indubbiamente sporco, ci accompagnavano per il villaggio sorridenti e felici.
Sembrava che noi avessimo regalato un po' di novità a loro, mentre non ci stavamo accorgendo di tutto ciò che loro stavano regalando a noi.
Abbiamo fatto alcuni scatti insieme, li hanno voluti vedere.
A colpirci è stato il loro sorriso, spontaneo, così in contrasto con la desolazione che avevamo attorno e con le loro precarie condizioni di vita. Non ci hanno chiesto soldi né cibo, ci hanno semplicemente accolti come si accoglie un amico.
É stato in assoluto il momento più intenso del viaggio.
Abbiamo lasciato quel villaggio povero dell'India con una meravigliosa sensazione nel cuore.
Era gioia.
Gioia che ci hanno dato pur non possedendo nulla.
Abbiamo notato un comportamento molto diverso rispetto ai bambini poveri delle grandi città che invece chiedono l'elemosina in modo insistente. Forse il vivere isolati, in questo villaggio povero dell'India, ha preservato la genuinità dei loro sentimenti, lontano da tutti i traffici dei grandi centri.
I nomadi non vengono mai visti di buon occhio da chi vive nei dintorni, forse per questo la nostra macchina è stata l'unica a fermarsi in mezzo ad un fiume di tante altre che correva velocemente e rumorosamente sulla bella strada nuova.
[La prima informazione sulla condizione di vita in India è stata tratta dal sito Actionaid]
Anna
20 Dicembre 2017Mi sono emozionata a leggere il vostro resoconto, un’esperienza da veri viaggiatori!❤️
Eleonora
21 Dicembre 2017Grazie mille! Siamo felici di essere riusciti a trasmetterti un po’ delle emozioni che abbiamo provato. É stata davvero una bella esperienza.
ilmondodichri
22 Dicembre 2017tenerezza unica <3
Damiano
22 Dicembre 2017Sono stati davvero dolcissimi
Marina
22 Dicembre 2017Lo sguardo felice di questi bambini dovrebbe insegnarci molto
Fatta esperienza simile in Asia
Damiano
22 Dicembre 2017Non hanno quasi niente, eppure sono felici.. sono queste le esperienze che ti fanno capire tante cose della vita..
Maryd
22 Dicembre 2017Racconto ed immagini splendide di un viaggio in una terra lontana.
Maryd
Eleonora
26 Dicembre 2017Grazie mille per le belle parole! Una terra che va conosciuta
Eli
23 Dicembre 2017Pazzesco questo post. Grazie per aver condiviso tutto questo. Che energia, che voglia di vita. Mi si è stretto il cuore.
Eleonora
26 Dicembre 2017Ciao Eli! Siamo felici di averti trasmesso un po’ delle emozioni che abbiamo provato durante questo incontro
Erica
23 Dicembre 2017Che storie struggenti. E nonostante questo molti di loro conservano il sorriso, questo dovrebbe farci riflettere su quanto siamo fortunati e su quante volte ci lamentiamo per nulla.
Eleonora
26 Dicembre 2017Ciao Erica! É proprio questo aspetto che ci ha fatto riflettere molto. Non hanno niente eppure sono sorridenti e pieni di vita. Noi abbiamo tutto, una casa, cibo sempre in tavola, vestiti, confort, sicurezza economica, un lavoro e tutto ciò che esiste di superfluo. Eppure ci lamentiamo in continuazione per qualcosa, perché vogliamo sempre di più. Ognuno di noi dovrebbe vedere queste realtà almeno una volta, poi riuscirebbe a vivere la sua vita con occhio diverso.
Ida
23 Dicembre 2017Chefoto e che racconto toccante. Da togliere il fiato!
Eleonora
26 Dicembre 2017Grazie Ida per queste belle parole!
Rita Paola Maietta
23 Dicembre 2017un’esperienza unica che si dovrebbe vivere. grazie per il tuo racconto. xoxo
Eleonora
26 Dicembre 2017É vero, andrebbe vissuta almeno una volta nella ita, aiuta ad apprezzare di più quello che si ha.
enza
23 Dicembre 2017Un viaggio davvero emozionante. Grazie per questo splendido racconto
Eleonora
26 Dicembre 2017Ciao Enza! Sì è stato un viaggio spesso fuori dalle rotte turistiche, perciò siamo riusciti a vivere da vicino questa terra così controversa quanto affascinante.
Kiki Tales
23 Dicembre 2017Pazzesco come la realtà cambi in 10 ore di volo… E il loro sguardo così intenso!
Eleonora
26 Dicembre 2017Perché siamo abituati a vivere in una realtà protetta, dove ci vendono una sicurezza che invece non abbiamo. L’aspetto sconvolgente è che la maggior parte delle persone al mondo vive in condizioni critiche e lotta per la vita ogni giorno. Noi siamo privilegiati, facciamo parte dell’8% della popolazione ricca. Ma fuori le cose sono ben diverse e vivere queste realtà te lo fa toccare con mano.
cristiane
23 Dicembre 2017Una realtà che conoscono molto da vicino, in Brasile s i trovano tantissimi villaggi così.
Mi sono emozionata con il tuo resoconto.
Eleonora
26 Dicembre 2017Ciao Cristiane! Sai allora di cosa sto parlando, spero davvero di poter rivivere altre emozioni simili nei prossimi viaggi, perché è l’aspetto che più mi ha colpito.
Camilla
23 Dicembre 2017Mi hai davvero trasmesso l’emozione di questo viaggio e quasi mi sembrava di sentire il sorriso di quei bambini!
XOXO
Cami
Paillettes&Champagne
Eleonora
26 Dicembre 2017Ciao Camilla! Purtroppo eravamo talmente presi dalla situazione che non abbiamo fatto video ma solo foto. Tuttavia sono felice che anche queste ti abbiano trasmesso un po’ del calore che questi bambini ci hanno regalato. Siamo davvero usciti dal villaggio con una bellissima sensazione.
Alessandra Oliva
23 Dicembre 2017Un bellissimo racconto di un viaggio e di una realtà che mi ha colpito. Il vero viaggiatore è quello che, come avete fatto voi, va alla scoperta della vita reale di un Paese, anche se può essere sconvolgente e toccante insieme, come in questo caso
Eleonora
26 Dicembre 2017Ciao Alessandra! In effetti abbiamo vissuto anche esperienze molto forti, a cui bisogna essere psicologicamente preparati. Però è il prezzo da pagare per scoprire davvero come vivono le persone nel resto del mondo. Conoscere, imparare, avere nuovi contatti è la parte più bella di ogni viaggio.
Chiara
23 Dicembre 2017Grazie per questo articolo, davvero forte e toccante
Eleonora
26 Dicembre 2017Grazie a te Chiara per le belle parole!
Veronica
24 Dicembre 2017Un racconto molto commovente! Le tue parole e le foto toccano il cuore, chissà che emozione vivere quest’avventura.
Eleonora
26 Dicembre 2017Ciao Veronica! É stata in assoluto la parte più toccante di tutto il viaggio. Abbiamo visto tantissime cose belle, di quelle che lasciano a bocca aperta, tuttavia queste esperienze cambiano nel profondo il modo di vedere le cose. É per questo che cerchiamo sempre di vivere momenti simili durante i viaggi.
Greta
25 Dicembre 2017Oggi è Natale…… non si dovrebbero vedere e leggere certe cose, dovremmo essere tutti sullo stesso livello…. non dovrebbe esistere ricchezza e povertà. Molto triste vedere le foto di questi bimbi. Ci si dovrebbe pensare sempre a queste cose, …. Complimenti per il vostro articolo molto ben fatto
Eleonora
26 Dicembre 2017Ciao Greta! Effettivamente è spiacevole vedere come vivono tante persone mentre noi ci accingiamo a mangiare quintali di cibo nella nostra casa perfettamente decorata. Un motivo in più per ringraziare ed apprezzare quello che ci è stato dato, sperando che un giorno queste disparità possano attenuarsi.