I veri viaggiatori sentono il richiamo della strada, vogliono spostarsi con i propri ritmi e restare più a lungo in un luogo se questo riesce a suscitargli forti emozioni. Ma il viaggio è ancora più bello se condiviso, se è possibile portare con sé i propri affetti.
Da questi ingredienti è nata la storia di Damien e Mendy, due ragazzi francesi, e del loro gattino nero di due anni, Pooka.
Volevano viaggiare, volevano la libertà nel lavoro ma, più di tutto, volevano stare sempre insieme. Così hanno trovato un modo di spostarsi che rappresentasse tutto ciò che per loro era importante.
Hanno scelto la vanlife.
Una routine che li opprimeva
Il bisogno di vivere è ancora più forte quando ci sentiamo stretti dalle catene della società. Viviamo in un mondo che ci considera ingranaggi di un macchinario, la nostra vita dev’essere orientata alla produzione e al consumo mentre, alla fine della giornata, ci rimane ben poco tempo per le cose davvero importanti.
Quali sono?
Gli affetti, gli interessi, tutto ciò che ci fa sentire di aver dato un senso alla nostra giornata.
Damien era video manager in una scuola di ingegneria e Mendy lavorava come freelance in ambito fotografico e di videomaking. Erano bellissimi lavori, quelli che tanti sognano di fare, ma non erano liberi.
Entrambi lavoravano a Parigi e ogni giorno dovevano ripercorrere lo stesso identico schema: metropolitana-lavoro-dormire.
Era una routine che gli dava la possibilità di fare tantissime cose, tranne vivere!
La scelta di diventare nomadi digitali a bordo di un van
Mendy aveva sempre desiderato un van. Terminati i suoi studi ha lavorato assiduamente per 9 mesi al fine di riuscire a comprare il suo primo furgone, con il quale ha poi viaggiato per alcuni mesi tra Inghilterra, Scozia, Irlanda, Galles e Italia.
Ad un certo punto nelle menti di Damien e Mendy è scattato qualcosa, si sono resi conto che avrebbero voluto avere di più.
Ora Damien lavora come editor di video e realizza infografiche, mentre Mendy scrive contenuti e gestisce le community di alcuni brand.
Hanno lasciato subito Parigi, mentre cercavano di lanciare i loro lavori da remoto, trascorrendo un po’ di tempo con amici e famigliari.
Dopodiché, è iniziato il viaggio.
Hanno sistemato da soli il loro van e hanno iniziato a visitare tantissimi luoghi: Francia, Italia, Slovenia, Croazia, Serbia, Montenegro, Albania, Grecia, Macedonia, Ungheria, Austria e Germania.
L’inverno scorso sono rientrati in Francia per ricostruire il loro van, volevano cambiare gli interni e trovare il modo di essere indipendenti con l’elettricità. Poi sono ripartiti alla volta di Bulgaria, Turchia, Georgia e Armenia.
Perché proprio la vanlife?
“Viaggiare in van è davvero economico e ci ha fatto scoprire una nuova dimensione di libertà che ci piace molto: viaggiamo con facilità nel Paese in cui ci troviamo e non siamo vincolati solamente ai luoghi turistici, possiamo viaggiare alla velocità che più preferiamo sulla base dei nostri impegni lavorativi e, infine, possiamo decidere di rimanere più a lungo se una zona ci piace particolarmente.”
Ma la vita di questi due nomadi digitali a bordo di un van è caratterizzata da qualcosa di ancora più speciale: il loro gatto Pooka.
Com’è viaggiare con un gatto?
All’arrivo di Pooka i due ragazzi stavano già vivendo a bordo del van e questo gli ha permesso di abituarsi fin da subito ad uno stile di vita poco tradizionale per un gatto.
“Non ha mai conosciuto il significato di casa tradizionale, per questo è stato facile abituarlo.”
Ogni tanto si svegliano di notte con qualche sorpresina lasciata dal felino, ma principalmente dormono nella natura e lo lasciano libero. Utilizzano il guinzaglio solo quando vicino c’è una strada o un potenziale pericolo. Mentre sono in viaggio, Pooka si siede sulle ginocchia di Mendy o sul divano.
Da nomadi digitali a bordo di un van, è difficile conciliare lavoro e spostamenti?
“Il più delle volte lavoriamo nei bar con il Wi-Fi e l’elettricità, ma questi non sono sempre così facili da trovare. Prima di andare in un luogo selvaggio, senza città vicine, controlliamo le scadenze dei lavori per i clienti.”
A volte trascorrono una intera settimana a lavorare senza pause, mentre altre volte si concedono delle giornate di esplorazione tra un lavoro e un altro. Dipende dal carico che hanno in un determinato periodo.
“Vogliamo avere abbastanza tempo per viaggiare, per questo non esageriamo con le giornate di lavoro.”
Grazie ai viaggi hanno imparato che possono vivere con poco
“Abbiamo imparato che è possibile vivere con uno stile di vita minimalista.
Abbiamo imparato a fidarci davvero delle persone e a pensare che, in cuor loro, non vogliono che ci accada qualcosa di brutto.
Abbiamo imparato a costruire molte cose, a riutilizzare e a riparare invece di acquistare sempre cose nuove.
Abbiamo migliorato la nostra comunicazione con gli altri.
Principalmente abbiamo imparato che c’è sempre qualcosa che non va come l’avevi pianificato, ma va bene così perché esiste sempre una soluzione.”
I viaggi sono un maestro di vita potente, ti fanno uscire completamente dalla tua comfort zone, devi imparare a cavartela da solo e devi riuscire a sopravvivere ogni giorno lontano dal mondo ovattato della società.
Ma quello che ti restituisce in cambio è un’esperienza di vita senza pari.
Cosa devi fare se vuoi intraprendere una vita da nomade digitale?
Viaggiare, anche se in van e con uno stile di vita minimalista, richiede comunque un investimento di denaro per le spese base. Se non hai qualche soldo da parte, puoi iniziare a lavorare alla tua professione da nomade digitale nel luogo in cui vivi per poi cominciare, pian piano, a spostarti.
Inoltre, trovare nuovi contatti mentre sei in viaggio non è così semplice a causa dei fusi orari e della connessione che va e che viene. Per questo è fondamentale avere un piccolo bagaglio di clientela prima della partenza, così da essere sicuri di coprire le spese vive.
Sembra molto glamour il lavoro da nomadi digitali a bordo di un van, ma la realtà è che devi sempre adattarti alle condizioni che il territorio ti offre e devi costantemente trovare la motivazione per lavorare. È molto più facile concentrarsi in un ufficio senza finestre, piuttosto che davanti ad un paesaggio mozzafiato.
Anche la vanlife non è così scontata, richiede forte intimità e connessione tra i viaggiatori. È meglio iniziare con viaggi di qualche settimana, o di qualche mese, per capire se ci si trova a proprio agio con questo stile di vita.
Damien e Mendy non sono particolarmente ricchi o straordinariamente fortunati. Ma hanno un sogno, che è quello di continuare a viaggiare. Le loro prossime mete saranno Azerbaigian, Iran, Pakistan e India.
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